Persone provenienti da ogni parte d’Italia si sono radunate in coda per poter entrare nell’aula della Corte d’Appello di Brescia, dove lo scorso 1° marzo si discuteva della possibilità di revisione del processo sulla strage di Erba. Molti giovani, curiosi, che erano solo bambini quando la tragedia avvenne nel dicembre del 2006. Questo dimostra quanto questo caso di cronaca nera abbia influenzato la vita di molte persone. Arrivano da diverse parti d’Italia, in attesa di sapere se riusciranno ad entrare in quell’aula già affollata. Alcuni sostengono con forza l’innocenza dei coniugi Romano, considerati vittime di un errore giudiziario. Altri sono più riservati, ma la maggior parte concorda sul fatto che ci siano due innocenti in carcere.
Il processo per la revisione e la figura della vittima non considerata sono al centro dell’attenzione. I coniugi Romano hanno deciso di non farsi fotografare o riprendere in aula, nonostante anni di interviste e indagini. Nella giornata del 1° marzo hanno parlato le parti civili, rappresentate dagli avvocati Massimo Campa e Adamo De Rinaldis. Azouz Marzouk, presente in aula con il suo avvocato, è stato considerato parte civile per aver perso la moglie e il figlio nella strage. Marzouk ha dichiarato di non essere coinvolto nello spaccio e di non vivere in una casa di spaccio, ribadendo che è vittima della strage.
Azouz ha dichiarato di aver cambiato idea sulla colpevolezza dei coniugi Romano nel corso degli anni e ora crede che non sia stata fatta giustizia. La prossima udienza, il 16 aprile, sarà dedicata alla difesa.