Le parole drammatiche di Marta Criscuolo, moglie di Fabio Limido, ucciso ieri a coltellate mentre cercava di difendere la figlia dall’ex avvocato 40enne ora in carcere, hanno scosso l’opinione pubblica. Il racconto di una persecuzione subita dall’intera famiglia da parte dell’uomo già a processo per stalking ha portato alla luce una storia di violenza e terrore che ha segnato profondamente la vita di tutti coloro coinvolti.
Marta Criscuolo ha raccontato come la figlia abbia dovuto nascondersi fuori provincia per salvare la propria vita e quella del suo bambino, mentre il marito ha cercato di difenderla con tutte le sue forze. Un gesto coraggioso che purtroppo ha portato alla sua tragica morte per mano dell’ex marito violento.
La famiglia Limido ha vissuto un vero e proprio inferno a causa delle continue minacce e atti di violenza dell’uomo, che ha dimostrato una pericolosità estrema nonostante le valutazioni di uno psichiatra che lo riteneva socialmente ben inserito. Gomme delle auto tagliate, lunotto sfondato, cancello di casa danneggiato: sono solo alcuni degli episodi di violenza che la famiglia ha dovuto subire.
La madre di Lavinia ha sottolineato come l’uomo abbia tormentato la famiglia per almeno un anno, arrivando addirittura a deridere e insultare la donna dopo averla brutalmente aggredita e aver ucciso il marito. Una storia di violenza inaccettabile che ha portato a conseguenze drammatiche e irrimediabili.
La morte di Fabio Limido e le ferite inflitte alla figlia Lavinia sono il triste epilogo di una storia di stalking e violenza che avrebbe potuto essere evitata. È necessario prendere sul serio le segnalazioni di stalking e agire tempestivamente per proteggere le vittime da individui pericolosi come l’ex avvocato Marco Manfrinati. Solo così si potrà evitare che tragedie come questa si ripetano in futuro.