Il lupo è tornato nel Lodigiano e sembra essersi stabilito in modo permanente. Secondo le stime, ci sarebbero almeno una decina di lupi nel triangolo di terra sotteso fra Adda, Lambro e Po. Grazie ai monitoraggi effettuati a partire dal 2020, è stato possibile individuare la presenza di lupi dall’oasi delle Monticchie a Somaglia fino all’asta dell’Adda, con un hot spot sul comune di San Colombano al Lambro.
Il comandante della polizia provinciale Castellone, intervenuto in una serata di approfondimento dedicata al lupo, ha affermato che la presenza di questo animale nel Lodigiano è ormai un dato di fatto scontato. I primi avvistamenti risalgono al 2020, quando due esemplari vennero individuati a Massalengo. Da allora, le segnalazioni supportate anche da materiale fotografico e video si sono moltiplicate.
La geografia dei territori del lupo si sta ampliando sempre di più, con numerose presenze anche a Maleo, Galgagnano, Zelo Buon Persico, Bertonico, Camairago e Castelnuovo Bocca d’Adda. Solitamente questo animale sedentario, che non disdegna però la vita di branco, circoscrive attorno a sé un terreno di caccia che può avere un diametro anche di 400 chilometri quadrati.
Gli esperti dell’Istituto Oikos presenti alla serata hanno spiegato che il lupo ha seguito direttamente il proliferare nei nostri territori di ungulati come cinghiali e caprioli, bestie di cui si ciba assieme anche alle nutrie. Molte sono le azioni messe in campo dalla Regione al fine di proteggere, salvaguardare e migliorare la coesistenza col lupo. In quest’ottica si inseriscono iniziative per monitorare i branchi e per prevenire i danni che il lupo potrebbe arrecare agli allevatori, prevedendo in questo senso anche indennizzi economici.
In conclusione, il lupo nel Lodigiano sembra essere di casa e la sua presenza rappresenta una sfida per la convivenza tra l’uomo e la natura. La Regione sta cercando di trovare un equilibrio tra la tutela di questo animale iconico e la protezione delle attività umane.
