Il processo per l’investimento mortale di un ciclista a Groppello, avvenuto nel settembre 2017, continua ad essere oggetto di schermaglie tra l’accusa e la difesa. Il giovane imputato, all’epoca 19enne, è stato sottoposto a test tossicologici che hanno evidenziato la presenza di cocaina nel suo organismo. Tuttavia, la difesa ha contestato l’ammissibilità di tale test, poiché il ragazzo non è stato informato della possibilità di richiedere l’assistenza di un avvocato durante la procedura.
In questo contesto, la testimonianza di un collega del giovane è stata ritenuta importante, poiché ha confermato che il ragazzo non aveva mai fatto uso di droga. Anche il padre aveva espresso lo stesso concetto. Inoltre, un perito della difesa ha certificato che le foto di stupefacenti trovate sul cellulare dell’imputato non erano state scattate da lui, ma inviate da terzi tramite WhatsApp.
Il processo rimane quindi in corso, con l’accusa che sostiene l’ammissibilità del test tossicologico e la difesa che lo contesta. Il caso rimane comunque tragico e doloroso per la famiglia del ciclista deceduto e per il giovane imputato.
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