I fiori sono stati deposti davanti al tribunale in memoria delle vittime della sparatoria avvenuta nel 2015. Quel giorno, Claudio Giardiello, un immobiliarista, entrò armato nel Palazzo di giustizia di Milano e uccise tre persone: l’avvocato Aldo Claris Appiani, il giudice Fernando Ciampi e Giorgio Erba, suo coimputato. Giardiello fu poi arrestato e condannato all’ergastolo.

Tuttavia, la vicenda non si è conclusa qui. Infatti, il vigilante Roberto Piazza è stato l’unico a essere condannato per le falle nella sicurezza del tribunale. Piazza è deceduto all’età di 51 anni, e il padre dell’avvocato ucciso sta lottando per riabilitarlo e far emergere le vere responsabilità.

La vicenda ha portato alla luce una serie di problemi nella giustizia italiana, dall’assenza di prevenzione alla tutela dei criminali a discapito delle vittime. La famiglia dell’avvocato ucciso sta portando avanti una causa civile contro il ministero della Giustizia, il Comune di Milano e la società di vigilanza privata All System per i mancati controlli che hanno permesso a Giardiello di entrare armato nel tribunale.

La vicenda è stata molto dolorosa per i familiari delle vittime, che stanno cercando di ottenere giustizia. L’unica cerimonia in loro memoria sarà una messa nella chiesa di San Pietro in Gessate, di fronte al Palazzo di giustizia, organizzata dall’associazione giuristi cattolici.

In conclusione, la vicenda della sparatoria al tribunale di Milano riassume tutti i mali della giustizia italiana, e la lotta per ottenere giustizia per le vittime continua.

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