L’imprenditore besnatese Stefano Perboni, classe 1960, è stato rilasciato dalla custodia cautelare ai domiciliari dopo essere stato arrestato lo scorso 7 aprile con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Il Gip aveva disposto la custodia cautelare, ma la misura è stata revocata dal Giudice per le indagini preliminari di Busto Veronica Giacoia il 10 aprile. Al centro dell’inchiesta della Guardia di Finanza c’è la Noka Srl, società che, secondo gli inquirenti, era di fatto amministrata da Perboni. Con lui è stato indagato a piede libero il socio olandese, Thomas Hendrik Bert Lubbers, classe ’83, al quale la società era intestata. L’ipotesi accusatoria verte su un “gioco” di scatole cinesi, che consiste nella creazione di una Good Company, la Noka Service srl, nella quale vengono trasferiti beni, crediti e commesse della Noka srl che, così spolpata, viene lasciata fallire con danno per i creditori. Non solo, la Noka srl non avrebbe versato il dovuto all’erario incassando anche un finanziamento pubblico mai restituito e “modificando” la documentazione contabile al fine di nascondere l’operazione. Perboni è conosciuto a Busto per essere stato il dominus del Campus di Beata Giuliana, ma non è mai stato oggetto di indagine.
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