Il Tribunale di Monza si prepara a pronunciare la sentenza sul caso di Maria Teresa Avallone, impiegata in ospedale deceduta per un arresto cardiaco dopo la somministrazione dell’anestesia in uno studio medico. La donna si era sottoposta a un trattamento per il sollevamento dei glutei presso lo studio del chirurgo estetico Maurizio Cananzi, imputato di omicidio colposo. Il pubblico ministero ha chiesto la condanna a due anni di reclusione con la pena sospesa per il medico.

Secondo la ricostruzione giudiziaria, la donna è andata in arresto cardiaco pochi minuti dopo l’anestesia. Il chirurgo ha iniziato immediatamente il massaggio cardiaco e ha chiesto l’intervento del 118, ma la paziente è morta dopo tre giorni di coma. La pm sostiene che la crisi epilettica che ha colpito la donna come reazione rara all’anestetico avrebbe dovuto essere sedata con un calmante e una soluzione lipidica, ma per la paziente non era stato previsto l’accesso endovenoso. Inoltre, non le sono stati presi i parametri e non è stato utilizzato il defibrillatore presente nello studio medico che avrebbe potuto salvare la sua vita.

Il medico imputato ha negato le accuse, sostenendo che la paziente non era defibrillabile e che ha operato il massaggio cardiaco e chiamato il 118. Tuttavia, il software del defibrillatore avrebbe dovuto agire automaticamente in caso di bisogno. La sentenza del Tribunale di Monza è attesa per il giorno successivo.

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