Nessun ritardo nel sequestro dei due cellulari di Artem Uss, l’imprenditore russo evaso il 22 marzo dai domiciliari, all’indomani del sì all’estradizione negli Stati Uniti. Questo è quanto emerge dalla procura di Milano, dove il procuratore capo Marcello Viola è stato chiamato a fornire spiegazioni sulla vicenda che sta creando polemiche nel mondo politico e giudiziario. La relazione del procuratore capo contiene i dettagli dell’inchiesta sulla fuga di Uss e i dettagli forniti dall’aggiunto De Pasquale sulla cronologia degli eventi successivi alla rogatoria con cui il Dipartimento della giustizia americano chiese di procedere al sequestro dei telefoni e delle carte di credito.
In una vicenda in cui le date hanno un ruolo importante, si apprende che la rogatoria americana potrebbe recare la data di metà dicembre, ma ci sono ancora verifiche in corso. Ciò che è certo è che la richiesta arriva sul tavolo della procura milanese solo il 17 febbraio. I magistrati hanno iniziato a lavorare sulla richiesta la settimana successiva, chiedendo alla corte d’appello documenti utili sull’estradizione e verificando che il sequestro non fosse già stato eseguito. L’iter richiede più giorni e porta all’esecuzione del sequestro il 13 marzo, in tempi che vengono ritenuti “in linea” con altri casi.
Secondo fonti vicine al fascicolo, gli Stati Uniti avrebbero chiesto fin da subito, nelle fasi successive all’arresto, il sequestro dei dispositivi elettronici di Uss. Infatti, già negli atti dei verbali d’arresto, viene indicato il sequestro sulla base di un punto dell’accordo riguardante i trattati bilaterali di estradizione tra Stati Uniti e Paesi dell’Unione europea. Uss è stato fermato il 17 ottobre a Malpensa, dove era in procinto di partire per Istanbul, e portato in carcere a Busto Arsizio. In questa prima fase sarebbe potuto scattare il sequestro dei cellulari, telefoni che non rivedrà fino a quando resta dietro le sbarre, ossia il 2 dicembre quando con il braccialetto elettronico può scontare i domiciliari nella sua residenza a Basiglio, da dove evade il 22 marzo all’indomani del sì della corte d’appello di Milano all’estradizione negli Stati Uniti.
In sostanza, Uss resta in possesso dei telefoni, reclamati dagli Stati Uniti, fino al 13 marzo quando la procura di Milano esegue la rogatoria americana. Nonostante la rogatoria sia stata eseguita in tempo adeguato, la vicenda ha sollevato polemiche e richieste di spiegazioni. La relazione del procuratore capo potrebbe essere consegnata già domani e fornirà maggiori dettagli sulla vicenda.