La riforma del processo penale, conosciuta come Castabia, ha fatto la sua prima vittima a Como. Il giudice ha dichiarato illegittimo l’arresto di due persone colte sul fatto mentre cercavano di rubare alcolici e materiale informatico da un supermercato. La riforma ha reso più difficile eseguire arresti e aprire fascicoli d’indagine su reati minori senza un’espressa querela da parte delle vittime.

I fatti sono accaduti presso il supermercato Esselunga di Camerlata, dove i poliziotti della squadra volante della Questura di Como hanno fermato due persone che stavano cercando di rubare merce del valore di 187 euro. Gli addetti alla sicurezza hanno notato i due individui mentre tentavano di oltrepassare le casse con oggetti tecnologici e bottiglie di alcolici nascosti tra i propri effetti personali. I due sono stati arrestati con l’accusa di tentato furto.

La riforma Castabia, entrata in vigore da poche settimane, ha suscitato diverse critiche riguardo alla sua efficacia nella lotta contro la criminalità. La complicazione delle procedure per l’apertura di fascicoli d’indagine e l’esecuzione di arresti potrebbe infatti favorire l’impunità dei criminali, soprattutto in caso di reati minori. La necessità di un’espressa querela da parte della vittima potrebbe inoltre scoraggiare la denuncia di reati, con conseguente aumento della delinquenza.

In ogni caso, la vicenda di Camerlata dimostra come la riforma Castabia abbia già avuto ripercussioni sulla giustizia penale italiana. Sarà necessario valutare attentamente l’impatto della riforma sulla sicurezza del territorio e sulla tutela dei cittadini, al fine di garantire un equilibrio tra diritti e doveri.

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