L’arresto di martedì del provveditore Fabio Molinari ha scosso non solo il mondo della scuola valtellinese, ma anche quello culturale. Molinari, infatti, si era distinto per la sua attività in questo campo e aveva forti legami di collaborazione con il Vaticano. Tuttavia, le accuse che gli sono state mosse sono pesanti: concussione, induzione indebita, peculato e turbativa d’asta.

Molinari è stato posto ai domiciliari nella casa dei genitori a Bergamo, in attesa di essere ascoltato dal gip Antonio De Rosa. Nel frattempo, gli eventi previsti dall’Ufficio scolastico provinciale sono stati annullati e l’ente scolastico sembra rallentato nella sua gestione ordinaria, privato del suo numero uno.

Il provveditore sarà difeso dall’avvocato Stefano Di Pasquale e dalla collega Sara Riva. Nel frattempo, la Procura di Sondrio sta ancora aspettando le dichiarazioni dell’indagato e la rappresentazione dei fatti da parte della difesa. Basilone, il capo della Procura, ha comunque ribadito che ci sono altri indagati, senza specificare il loro settore lavorativo.

Le accuse contro Molinari riguardano illeciti commessi in una associazione culturale bergamasca, nella quale avrebbe fatto confluire fondi in modo illecito. Avrebbe cioè fatto versare a degli stagisti assunti in alcune scuole parte dei loro compensi. Fra le prove raccolte dagli inquirenti ci sarebbero conversazioni telefoniche e chat.

L’arresto del provveditore ha provocato incertezza nel mondo della scuola valtellinese e crescono gli interrogativi in merito agli accertamenti delle responsabilità fra sottoposti del provveditore. Molinari, infatti, era molto attivo nella gestione della scuola e aveva ancora diverse nomine di cattedra da effettuare in provincia.

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