Il sindaco di Rovellasca, Sergio Zauli, ha subito la prima contestazione antifascista dopo trent’anni di amministrazione. Secondo il primo cittadino, si è trattato di un’azione premeditata, data la sua appartenenza a FDI e la gestione del comune con il maggior numero di abitanti nella provincia di Como.
Zauli ha raccontato di essere stato interrotto da un gruppo di circa sei persone ultra sessantenni, il cui membro più scalmanato indossava un paio di scarpe rosse di Prada. Nonostante le invettive antifasciste, il sindaco ha raccolto un fiore bianco dalla corona deposta al monumento ai caduti e ha iniziato il suo discorso.
Ha ricordato i circa 65 milioni di morti provocati dalla seconda guerra mondiale e ha elencato oltre 25 eccidi perpetrati, da Marzabotto alle fosse ardeatine, dalla malga di Porzus al campo di concentramento di San Saba alle foibe istriane. Ha sottolineato come la storia si ripeta e come chi oggi auspica che si consegni il Donbass alla Russia, si comporti come chi concesse a Hitler di invadere impunemente i Sudeti.
Il sindaco ha anche fatto riferimento ai fasci littori che spiccano sulla ex scuola elementare, monumento storico del ’33, riportati alla luce dall’amministrazione precedente di sinistra. I contestatori hanno anche criticato questi simboli fascisti.
Zauli ha concluso il suo intervento sottolineando di amministrare come un cittadino al servizio dei cittadini e di parlare a tutte le feste che la repubblica italiana ha istituito per ribadire i valori della democrazia e della libertà.
La contestazione avvenuta a Rovellasca è un segnale importante della necessità di tenere alta la guardia contro ogni forma di fascismo e di discriminazione. La memoria storica è un patrimonio comune che va tutelato e trasmesso alle generazioni future, affinché non si ripetano gli errori del passato.