Il 25 aprile è una data importante per l’Italia, in quanto si celebra la liberazione dal nazifascismo e la nascita della Repubblica Italiana. A Cuveglio, i festeggiamenti sono iniziati alle 11.00 di ieri davanti alla biblioteca pubblica, dove si trova la lapide dedicata ai Caduti cuvegliesi. Il sindaco Francesco Paglia ha tenuto un discorso in cui ha ricordato la figura di Don Sturzo, la libertà e la nascita della Repubblica Italiana grazie al sacrificio dei partigiani.
Il Presidente ANPI Cuveglio, Luca Zambonin, ha augurato a tutti il miglior 25 aprile possibile e ha sottolineato l’importanza di ricordare le malefatte del fascismo e le gesta dei partigiani, che sono state impresse nella nostra Costituzione. Purtroppo, secondo Zambonin, ancora oggi ci sono manifestazioni di revanscismo propagate da chi non ha mai compreso il dolore e il male diffuso dal fascismo.
Zambonin ha sottolineato l’importanza della conoscenza e della memoria come armi per contrastare la parificazione tra le parti che precede l’oblio dei crimini commessi e della violenza diffusa durante e dopo la guerra nella nostra repubblica. Ha anche ricordato gli attacchi terroristici subiti dallo stato nel corso degli anni, nonché il triste periodo del dopo guerra nel territorio di Varese, con il pestaggio da parte di squadristi fascisti nel 1969 dello studente universitario Francesco Gallina, la bomba al mercato di Varese con la morte di Vittorio Brusa fioraio, e il tentativo di strage con la dinamite alla diga di Creva sopra Luino e nel contempo allo stadio di Varese. Ancora oggi sono presenti nel territorio varesino gruppi che si definiscono nazisti, che rappresentano una minaccia per la democrazia.
Zambonin ha concluso il suo discorso invitando tutti a diffondere e difendere la memoria dagli strali di quanti in opportunistica malafede la vorrebbero revisionare equiparando chi fece una consapevole scelta di umano altruismo, con chi la scelta la fece per gretto opportunismo, arroganza, egoismo e odio ignorante. In questo modo, si potrà contrastare la diffusione dell’odio e della violenza e preservare la democrazia e la libertà così duramente conquistate dai partigiani.