La Polizia di Stato di Varese, in collaborazione con la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio, ha concluso le indagini sulla casa-famiglia che aveva sede in provincia di Varese. I gestori, padre, madre e figlio, sono stati condannati a pene che vanno dai due ai tre anni per i reati di maltrattamenti in famiglia continuati e pluriaggravati ai danni dei minori ospiti della comunità, tra cui una bambina affetta da disabilità.
L’attività investigativa è stata avviata a seguito delle segnalazioni di alcune anomalie da parte di soggetti che avevano frequentato la casa-famiglia per ragioni di lavoro e di volontariato. Queste segnalazioni hanno trovato conferma nell’ipotesi della commissione dei maltrattamenti ai danni dei minori ospiti della struttura. In totale, sono state 17 le parti offese, tutti minori che erano stati collocati presso la casa-famiglia a causa di situazioni familiari complicate e che hanno subìto maltrattamenti psicologici e fisici.
I minori sono stati costretti a vivere in penose condizioni di vita, in un locale seminterrato privo di luce naturale e adeguato riscaldamento, mangiando cibo scaduto o scarti dei pasti dei gestori della struttura. Inoltre, sono stati costretti a pulire anche le zone della casa dove vivevano i gestori della struttura, compresi i bagni, con la possibilità di usare l’acqua calda per lavarsi solo per pochi minuti. I minori erano minacciati e percossi se non si comportavano secondo i voleri dei gestori, mortificati e insultati nei confronti dei componenti delle famiglie di origine.
Nel maggio del 2022, i gestori della casa-famiglia erano stati destinatari della misura cautelare personale del divieto di avvicinamento alle persone offese e della misura cautelare interdittiva che impediva loro di svolgere ancora quel tipo di servizio pubblico. In particolare, erano stati sospesi dall’esercizio del pubblico servizio di gestore della comunità familiare oggetto di indagine e di figura genitoriale di riferimento per i minori e giovani anche in regime di prosieguo amministrativo ivi collocati. Inoltre, era stato loro imposto il divieto di contrarre con la pubblica amministrazione per il collocamento, da parte dei Servizi Sociali, di minori e giovani anche in regime di prosieguo amministrativo presso una comunità familiare e il divieto di svolgere attività educativa, anche in forma privatistica.
Attualmente, i minori in quel momento in carico alla comunità familiare sono stati affidati ai rispettivi Servizi Sociali affinché fossero collocati in strutture idonee. Nei giorni scorsi, il Tribunale di Busto Arsizio ha emesso sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, condannando i gestori della casa-famiglia. Il padre è stato condannato a due anni di reclusione con pena sospesa, mentre la madre e il figlio sono stati condannati rispettivamente a due anni e sei mesi e a tre anni di reclusione, entrambi convertiti in lavori di pubblica utilità. Inoltre, la Casa-Famiglia è stata definitivamente chiusa.