Una casa-famiglia situata in provincia di Varese è stata al centro di un’indagine della Polizia di Stato e della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio. I gestori della struttura, padre, madre e figlio, sono stati condannati a pene che vanno dai due ai tre anni per i reati di maltrattamenti in famiglia continuati e pluriaggravati ai danni di minori ospiti della comunità, tra cui una bambina affetta da disabilità.

L’inchiesta è partita da alcune segnalazioni di soggetti che avevano frequentato la casa-famiglia per ragioni di lavoro e di volontariato e che avevano notato delle anomalie. In seguito, si è scoperto che i minori ospiti della struttura avevano subito maltrattamenti psicologici e fisici, erano stati costretti a vivere in condizioni igieniche precarie, a mangiare cibo scaduto e a pulire la casa dei gestori, compresi i loro bagni.

I tre gestori avevano anche minacciato e percosso i minori, mortificandoli e insultandoli. Nel maggio del 2022, su richiesta della Procura di Busto Arsizio, i tre erano stati destinatari di misure cautelari personali e interdittive che impedivano loro di svolgere ancora quel tipo di servizio pubblico.

Recentemente, il Tribunale di Busto Arsizio ha emesso la sentenza di applicazione della pena, condannando i tre imputati a pene che vanno dai due ai tre anni di reclusione, convertiti in lavori di pubblica utilità per la madre e il figlio. La Casa-Famiglia è stata definitivamente chiusa e i minori in quel momento in carico alla struttura sono stati affidati ai rispettivi Servizi Sociali affinché fossero collocati in strutture idonee.

In conclusione, questa vicenda mette in luce l’importanza di una corretta selezione e formazione dei gestori di case-famiglia e di una costante vigilanza da parte delle autorità competenti per prevenire e contrastare eventuali abusi e maltrattamenti ai danni dei minori ospiti.

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