Un comitato di salvaguardia dei boschi ha lanciato una mobilitazione contro la costruzione della Variante alla strada Statale 341, che attraverserebbe i territori tra Samarate e Busto Arsizio. Secondo il Comitato, questa nuova strada non migliorerà la qualità della vita, ma la peggiorerà. Nonostante il progetto non abbia visto ancora avanzamenti concreti, il Comitato non si fermerà nella sua attività contro una strada inutile e lesiva degli interessi di Samarate. La Variante servirebbe ad agevolare i collegamenti tra Lombardia Ovest e Piemonte e a decongestionare il secondo tratto della superstrada 336, ma nessuno ha mai promesso che verrà sgravato il traffico sulla attuale 341. La nuova strada libererà inizialmente la vecchia strada, ma nel tempo altre persone torneranno a trovarla conveniente e quindi a percorrerla. E si tornerà ad avere l’abitato congestionato dalle auto. Il comitato rilancia l’opposizione al progetto, che prevede il disboscamento di 44 ettari lungo otto chilometri di tracciato, pari a più di 25mila piante. Il bosco è caratterizzato da una buona varietà, che comprende anche robinie, piante solitamente considerate di poco pregio ma che sono tra i maggiori captatori di CO2. Al di là della singola opera, viene richiamato il quadro complessivo delle diverse opere intorno a Malpensa che già prevedono un ampio consumo di suolo. La strada non servirebbe a niente? Pino Santangelo dice che va rivista la viabilità, senza dubbio, vista la congestione della attuale 341 e sottolinea come sarebbe fondamentale che i Comuni sull’asse, da Gallarate a Lonate a Vanzaghello, lavorassero insieme a un progetto alternativo. Una ipotesi suggerita dal comitato è l’alternativa che punti sull’adattamento dell’asse che da via Carlo Noè-via Schuster porta alla zona industriale di Cardano Est e da qui approda a Verghera. Adattata, potrebbe essere una risposta al traffico locale. Il comitato, di fronte alla “illusione” che più strade risolvano i problemi, propongono anche di lavorare su un cambio di paradigma: incrementare una mobilità alternativa attraverso la città, dove oggi non ci sono alternative all’auto privata. Che crea un traffico che ha un impatto locale particolarmente evidente, che si somma alla generale situazione di cattiva qualità dell’aria, oltre ai danni da amore e pericolo.