Un egiziano di 36 anni, Ghit Zakhary Refaat Rashid, è stato arrestato per violenza sessuale su un treno della Varese-Treviglio lo scorso 5 aprile. La vittima, una giovane toscana di 21 anni, ha denunciato l’aggressione e ha descritto in dettaglio l’orrore subito. L’uomo si è avvicinato alla ragazza, l’ha baciata, toccata e bloccata contro il finestrino, fermandosi solo quando lei ha iniziato a piangere. La ricostruzione della vittima è stata confermata dai fotogrammi delle telecamere presenti sul vagone del treno.

L’egiziano, assistito dall’avvocato Alessia Pontenani, ha negato gli abusi sostenendo che si sia trattato di un bacio e di un abbraccio consenzienti. L’uomo vive in Italia da 17 anni, ha moglie, tre figli e una pizzeria a Pioltello dove si stava recando quella mattina. La difesa non ha avanzato richieste su misure cautelari alternative e l’uomo rimane in cella accusato di violenza sessuale aggravata e lesioni.

La vittima era diretta a Bergamo dal fidanzato ed era salita sul treno seguendo le indicazioni dell’egiziano, che aveva incontrato alla stazione del passante ferroviario di Porta Garibaldi. La giovane ha riferito che l’uomo le aveva chiesto se avesse bisogno di aiuto e le aveva chiesto l’età, a cui aveva risposto di avere 17 anni per sicurezza. Salita sul treno, si è ritrovata seduta di fronte all’uomo e l’unico passeggero presente si era allontanato prima che la situazione degenerasse.

La ragazza ha raccontato di aver visto cambiare il viso dell’uomo mentre la teneva per i polsi, la baciava e la toccava. Ha iniziato a piangere, dicendo di dover andare via, ma l’uomo non si è fermato. Una volta che la polizia ha identificato l’aggressore, la giovane l’ha riconosciuto per l’espressione degli occhi e la forma dei denti.

L’egiziano, che ha moglie e tre figli, ha visto la sua difesa avanzare poche richieste su misure cautelari alternative e rimane in carcere in attesa di giudizio. La vittima, invece, ha dovuto subire una terribile aggressione e affrontare un difficile percorso di giustizia per far valere i propri diritti.

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