Lorenzo D’Errico, 36 anni, è stato rinviato a giudizio dal Tribunale di Monza e processato dalla Corte di Assise monzese il 19 maggio. L’uomo è stato accusato di aver ucciso il padre Carmine, 65 anni, pensionato vedovo e malato di un cancro incurabile, a martellate nella loro casa a Cusano Milanino nel dicembre 2021, per poi bruciare il cadavere in un capannone dismesso di Cerro Maggiore.

Il reo confesso dell’omicidio del genitore è stato sottoposto ad una perizia psichiatrica in incidente probatorio che ha concluso per una “personalità irrisolta” a causa di un’infanzia difficile, ma nessun vizio di mente che possa avere inciso sulla capacità di intendere e di volere dell’imputato di omicidio volontario aggravato e distruzione di cadavere.

Lorenzo D’Errico aveva raccontato alle telecamere della trasmissione “Chi l’ha visto?” una versione sulla scomparsa del padre che i carabinieri non avevano ritenuto credibile. Prima aveva raccontato agli inquirenti che il padre se ne era andato da casa per trascorrere il Capodanno con amici, poi aveva paventato l’ipotesi del suicidio. Il 21 gennaio, nell’ex Brenta di Cerro, era stato scoperto un corpo semicarbonizzato da alcuni ragazzi entrati per girare un video. A febbraio era scattato il fermo. Solo al terzo interrogatorio Lorenzo D’Errico ha confessato e aiutato gli investigatori a ricostruire gli eventi di quei giorni.

L’uomo ha confessato di aver inflitto martellate al padre nella villetta, di aver cambiato il cellulare qualche giorno dopo il delitto, di aver preso l’auto della fidanzata (che era all’estero) per trasportare il cadavere e di averla poi lavata con la varechina.

La perizia psichiatrica ha ritenuto che la personalità irrisolta di Lorenzo D’Errico, dovuta ad un’infanzia difficile, non ha inciso sulla sua capacità di intendere e volere. Il processo si terrà il 19 maggio presso la Corte di Assise monzese.

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