Un uomo di 36 anni è stato rinviato a giudizio dal Tribunale di Monza per omicidio volontario aggravato e distruzione di cadavere. L’uomo ha ucciso a martellate il padre, Carmine, di 65 anni, pensionato vedovo e malato di un cancro incurabile, nella loro casa a Cusano Milanino e poi ha bruciato il cadavere in un capannone dismesso di Cerro Maggiore. Lorenzo D’Errico, reo confesso dell’omicidio del genitore e ancora detenuto in carcere, verrà processato dalla Corte di Assise di Monza il 19 maggio.
La decisione di sondare lo stato mentale di Lorenzo D’Errico è venuta dopo il lungo interrogatorio del marzo 2022 in cui l’uomo ha raccontato che il movente dell’omicidio non era, come ipotizzato, l’eredità, ma il rapporto teso col genitore che ha spezzato l’equilibrio già precario della loro convivenza. Secondo Lorenzo D’Errico la causa dei rapporti tesi col padre era da ricercare in maltrattamenti subìti dal 36enne sin dalla sua infanzia. Dopo il delitto l’uomo si era rivolto alle telecamere della trasmissione “Chi l’ha visto?“ raccontando una versione sulla scomparsa del padre che però i carabinieri non avevano ritenuto credibile.
Il 21 gennaio, nell’ex Brenta di Cerro, era stato scoperto un corpo semicarbonizzato da alcuni ragazzi entrati per girare un video. A febbraio era scattato il fermo. Solo al terzo interrogatorio Lorenzo D’Errico ha confessato e aiutato gli investigatori a ricostruire gli eventi di quei giorni. La perizia psichiatrica ha concluso per una “personalità irrisolta” anche a causa di un’infanzia difficile, ma nessun vizio di mente che possa avere inciso sulla sua capacità di intendere e di volere al momento dei fatti.

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