Il contenzioso per la piscina di Cerro Maggiore, che oppone il Comune alla società Nuoto Alto Milanese, è destinato a tornare in tribunale. Dopo la sentenza di primo grado che aveva rigettato le richieste della società e del Gruppo Arcobaleno, entrambe le parti hanno deciso di tentare la strada dell’appello per provare a ribaltare la situazione.

La vicenda è iniziata nel 2018, quando l’Istituto per il Credito Sportivo ha chiesto al Comune di Cerro Maggiore di far fronte alle inadempienze di NAM, pagando la cifra per la quale aveva prestato la garanzia. Dopo il pagamento, NAM non solo non aveva lasciato l’impianto di via Boccaccio, ma aveva citato in giudizio il Comune per far valere la nullità o comunque l’annullabilità della fideiussione. Tesi che tre anni dopo è stata bocciata dai giudici di primo grado.

La giustizia civile è stata chiamata a pronunciarsi anche sul diritto di superficie, che secondo il Comune sarebbe stato trasferito da NAM a Monte dei Paschi di Siena in violazione dei termini della concessione, mentre secondo NAM sarebbe stato utilizzato per garantire il finanziamento. Anche su questo punto il Tribunale di Milano ha sposato la tesi del Comune.

Ora la situazione, almeno fino alla pronuncia di secondo grado, torna in fase di stallo. Il prossimo sindaco si ritroverà la questione sulla scrivania e, secondo l’amministrazione comunale, la piscina doveva essere un’opera pubblica a costo zero per la comunità di Cerro Maggiore. Tuttavia, il costo a carico della collettività aumenta anno dopo anno e potrebbe impattare per milioni di euro sulla comunità. Nonostante il massimo impegno per la conferma della sentenza di primo grado, la vicenda potrebbe finire per portare ulteriori costi.

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