La gravidanza dovrebbe essere un momento di gioia e serenità per ogni donna, ma per una 36enne comasca è diventata un incubo a causa del suo compagno. Schiaffi, mani sul collo e umiliazioni continue erano la quotidianità di questa donna che portava in grembo il loro bambino. Il compagno le gridava continuamente che era grassa, facendola sentire ancora più sola e indifesa.

La situazione sembrava migliorare quando il giussanese di 41 anni, residente in provincia di Torino ma di fatto domiciliato in Brianza, ha ricevuto il divieto di avvicinamento. Tuttavia, questo provvedimento non è stato rispettato e per questo motivo l’uomo è finito in carcere. I Carabinieri del Comando Stazione di Seregno hanno eseguito l’arresto dell’uomo quale aggravamento delle misure cautelari precedenti.

L’uomo era stato sottoposto a misure cautelari dal mese di agosto 2022 per le reiterate violazioni del divieto di avvicinamento e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Durante il periodo di convivenza con la vittima, dal 2018 al 2022, l’uomo era spesso ubriaco e assumeva sostanze stupefacenti, era violento e spaccava arredi e mobilia. Inoltre, avrebbe ripetutamente minacciato la compagna di morte, aggredendola e mettendole le mani al collo, colpendola con schiaffi sul volto e sul corpo, spingendola e facendola cadere a terra. In almeno due occasioni, l’uomo ha picchiato la donna anche mentre era incinta.

La vittima era costretta a subire insulti e umiliazioni con vari epiteti, tra cui quello di essere grassa. L’uomo che avrebbe dovuto amarla e proteggerla, in realtà non avrebbe fatto altro che sminuirla, facendola sentire sola e non apprezzata. Il tutto è stato commesso in presenza del figlio minore di due anni e in costante stato di ubriachezza.

La violenza sulle donne è ancora un problema molto diffuso nella nostra società e la storia di questa donna ne è la prova. È importante che le istituzioni e la società nel suo insieme si mobilitino per prevenire e contrastare questi episodi di violenza, garantendo alle donne le misure di protezione necessarie e un sostegno psicologico adeguato.

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