L’azienda Caffaro, da tempo, è al centro delle problematiche ambientali del territorio di Brescia. Due lavoratori, nonostante la lettera di licenziamento in tasca, saranno al loro posto, per senso di responsabilità verso la città, il Primo Maggio. La notizia dell’avvio della procedura di licenziamenti è arrivata giovedì, proprio mentre il Tavolo permanente della Regione annunciava la decisione del Ministero dell’Ambiente di appostare le risorse necessarie al mantenimento della gestione della barriera idraulica. Un’operazione che richiede un periodo di transizione necessario, per individuare chi gestirà il sistema di pozzi che evita che la falda venga contaminata dai veleni che impregnano il terreno, dopo l’uscita di Caffaro Brescia. L’obiettivo è di coinvolgere i 9 lavoratori di Caffaro, che hanno le competenze per dare continuità alla gestione della barriera. La notizia dell’avvio dei licenziamenti, proprio mentre sembrava essersi trovata una soluzione, è arrivata come una doccia fredda. Probabilmente a far scattare la decisione dell’azienda è stata l’assenza della comunicazione formale da parte del Ministero, visto che ancora nella tarda serata di giovedì non era arrivato nulla. Non è escluso che si possa arrivare ad una soluzione positiva, col ritiro dei licenziamenti, ma non ci sono certezze. Il commissario del Sin Caffaro, Mario Nova, si è subito attivato verso l’azienda e le interlocuzioni con Ministero e azienda sono in corso. “Aver 2 lavoratori in meno può mettere a rischio la continuità della gestione della barriera, il personale è già poco – sottolinea Patrizia Moneghini, Filctem Cgil Brescia, che segue la vicenda con Femca Cisl Brescia –. Confidiamo che per martedì la questione possa rientrare. Ad ogni modo, tutti quel giorno rientreranno al lavoro, anche come segnale verso la città, visto l’impatto ambientale che potrebbe avere la discontinuità della gestione della barriera idraulica”.

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