La Cassazione ha confermato la condanna a 25 anni di reclusione per Giuseppe Agrati, fratello di Carla e Maria, ritenuto colpevole dell’incendio che causò la morte delle due donne nella loro casa di via Roma nel 2015. Nonostante si sia sempre professato innocente, il 72enne trascorrerà il resto della sua vita dietro le sbarre. Secondo i giudici, Agrati avrebbe appiccato l’incendio utilizzando plurimi inneschi per appiccare il fuoco con un comune liquido infiammabile rinvenuto nell’abitazione, ben sapendo che le due sorelle si erano già ritirate e stavano dormendo. Dopo aver dato il la all’incendio, si sarebbe dato alla fuga vestito, ritardando a lanciare l’allarme e taciendo la presenza delle due donne in casa. Nonostante le tante deficienze cognitive di Agrati, il Tribunale lo ha sempre giudicato capace di intendere e volere. La richiesta del sostituto procuratore generale Maria Vittoria Mazza di condanna all’ergastolo, inflitta in primo grado, è stata respinta in secondo grado, poiché non è stata riscontrata la premeditazione. La Procura di Busto Arsizio non ravvisò elementi per sostenere un duplice omicidio volontario, ma il nipote della famiglia chiese l’intervento della Procura milanese, coinvolgendo i giudici della Procura generale della Corte d’appello di Milano. Il sostituto pg Mazza spiegò la motivazione che spinse Agrati a disfarsi delle due sorelle: “Temeva di perdere l’eredità a favore dei nipoti”.

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