Violentata a Milano da un immigrato irregolare: il caso che scuote l’Italia
La notizia dello stupro avvenuto a Milano in stazione Centrale da parte di un immigrato irregolare ha scosso profondamente l’opinione pubblica italiana. Il caso ha sollevato numerose domande, soprattutto in merito alla gestione dell’immigrazione irregolare nel nostro Paese.
L’aggressore, Fadil Monir, è stato trovato senza documenti in Slovenia tre mesi fa, ma è stato rimandato in Italia. Questo ha sollevato la domanda su come mai il Paese di confine non abbia fermato un uomo senza documenti e irregolare in Europa.
Monir fa parte di un esercito di sbandati e irregolari che gravitano attorno alla stazione Centrale di Milano, invisibili alla legge. Non ha documenti con sé e non ha un telefono cellulare. L’aggressore è stato trovato mentre dormiva al solito posto, non si è nemmeno preoccupato di nascondersi o di far perdere le sue tracce, ostentando una sicurezza peculiare per il reato del quale si è macchiato.
La stazione Centrale di Milano è impraticabile per le persone perbene, eppure è il primo luogo che chi arriva in città incontra. Si percepisce insicurezza sia all’interno che all’esterno e le forze dell’ordine sono chiamate ogni giorno a carichi di lavoro extra per evitare che accada il peggio.
La turista violentata è solo l’ultimo esempio di un degrado che non sembra avere fine anche a causa dell’immobilismo della giunta di Beppe Sala, che non pone un freno all’irregolarità ma, anzi, si protende in difesa dei migranti, risorse da proteggere a quanto pare a scapito della decenza, del decoro e, soprattutto, della sicurezza di un’intera città.
L’aggressore, intanto, rimarrà in carcere. Il gip di Milano, Patrizia Nobile, ha convalidato il fermo e accolto la richiesta di misura cautelare della Procura. “La sequenza degli atti, la crudele ostinazione, la condotta successiva al reato e la callidità dimostrata in sede di interrogatorio sono sintomatici di una personalità priva di freni inibitori, violenta e senza alcuna capacità di revisione critica e resipiscenza”, si legge nella motivazione di convalida.
Il video delle telecamere di sorveglianza dell’ascensore interno “restituisce un contesto di totale sopraffazione di una donna indifesa, che l’indagato costringe, con impietosa ostinazione, a subire atti sessuali”. La donna, al contrario rispetto a quanto dichiarato da Monir, “non è consenziente: appare spaventata, respinge ripetutamente l’indagato, piange, si accovaccia a terra per ostacolare la condotta del medesimo, viene colpita con schiaffi, cerca ripetutamente di suonare l’allarme, ma l’indagato glielo impedisce”.
Il caso di Milano ha sollevato un dibattito nazionale sulla gestione dell’immigrazione irregolare e sulla sicurezza delle città italiane. È necessario trovare soluzioni per porre fine a questa situazione di degrado e insicurezza che sta mettendo a rischio la vita delle persone e l’immagine del nostro Paese.