Un duro colpo è stato inflitto al mercato dello spaccio di droga nella provincia di Varese lo scorso fine settimana, quando otto membri di un gruppo attivo nella zona sud del Lago Maggiore, tra Sesto Calende e Vergiate, sono stati arrestati. Questa operazione è stata resa possibile grazie alla capacità di coordinamento della Procura di Busto Arsizio e alle indagini svolte dalla Compagnia di Gallarate e dalla stazione di Sesto Calende. Durante l’operazione, sono stati sequestrati armi pesanti, fucili a pompa, armi corte e machete lunghi.
Non si tratta di un blitz legato alle recenti sortite dei reparti eliportati dei carabinieri, ma di un’indagine in corso da mesi, che rivela la ferocia di bande che rivaleggiano per il dominio sul territorio. Questa situazione ha innalzato di molto l’allarme, con una recrudescenza che non risparmia l’uso della tortura, la minaccia dei residenti e l’impiego di armi da fuoco.
Si spiega così la sparatoria fra Sangiano e Laveno Mombello, e i 400 proiettili di vario calibro trovati dai carabinieri a Masciago Primo. La gang di nodrafricani che controlla lo smercio di coca ed eroina fra Sesto Calende e Vergiate era pronta ad entrare in azione contro bande rivali, senza lesinare sull’uso delle armi.
Questa situazione allarma i comandi e pone una grande lente di ingrandimento su quanto sta accadendo nei nostri boschi, alcuni dei quali sono diventati inaccessibili e pericolosi. È necessario agire con fermezza per combattere il mercato dello spaccio di droga e garantire la sicurezza dei cittadini.