In Italia è stato lanciato l’allarme per il kit del suicidio venduto online da un sedicente chef canadese, Kenneth Law. Purtroppo, la prima e unica vittima italiana è un’insegnante di 63 anni residente in Trentino che si è tolta la vita con il veleno acquistato sul web. Il nome della donna figura nella lista di nove persone indicate dall’Interpol canadese come clienti del sedicente chef dell’Ontario, arrestato il 31 marzo scorso. In Italia il kit è stato acquistato da altre 8 persone residenti in diverse province. Fortunatamente, tutte le persone sono state rintracciate dalle forze di polizia e al momento starebbero bene. L’unica vittima, come detto, è la donna di 63 anni residente in Trentino e sul caso sono in corso gli accertamenti della Procura di Trento e dei carabinieri della Compagnia di Borgo Valsugana. La Procura di Trento ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, al momento contro ignoti.

Le indagini sulla vendita online di kit per il suicidio sono iniziate nella municipalità di Peel, nell’Ontario, dopo la segnalazione di sette decessi per suicidio nel Regno Unito e tre negli Stati Uniti, tra cui un ragazzo di 17 anni, collegati alla vendita online di nitrito di sodio. Gli approfondimenti hanno portato le autorità canadesi a identificare Kenneth Law come presunto responsabile delle spedizioni della sostanza, apparentemente innocua, utilizzata nel processo di conservazione degli alimenti. Law è stato arrestato in Canada il 31 marzo scorso per il reato di istigazione al suicidio.

Sembrerebbe che Law abbia venduto online circa 1.200 kit a persone residenti in 40 Paesi diversi. Il primo suicidio con il kit venduto online risale a due anni fa, quando uno studente di filosofia di 22 anni venne trovato senza vita nella stanza di un hotel di Londra. Vicino al corpo vi era un pacchetto di nitrito di sodio. All’epoca dei fatti, il padre era intervenuto pubblicamente per condannare la vendita di prodotti per il suicidio online, rilevando la facilità di accesso alle sostanze per le persone fragili.

La Divisione centrale della polizia criminale italiana è stata avvisata dell’Interpol canadese lo scorso 29 aprile, attraverso la segnalazione di nove indirizzi a cui era stato spedito il kit. Tra questi figurava anche quello dell’insegnante trentina. Questure e Compagnie dei carabinieri italiane sono state allertate immediatamente per effettuare delle verifiche assieme alle autorità socio-sanitarie locali ai rimanenti otto indirizzi segnalati. L’Interpol canadese ha inoltre chiesto agli inquirenti di segnalare eventuali collegamenti o elementi utili alle indagini.

In questo caso, è importante ricordare che la vendita di prodotti per il suicidio online è un fenomeno in crescita e che bisogna prestare attenzione alle fonti da cui si acquistano prodotti di questo tipo. Inoltre, è fondamentale che le autorità competenti siano in grado di monitorare e contrastare questi fenomeni per prevenire futuri tragici episodi.

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