Oggi, martedì 9 maggio, i pendolari che raggiungono la stazione ferroviaria di Gallarate in bicicletta hanno trovato le rastrelliere posizionate verso via Beccaria circondate dal nastro bianco e rosso. Cartelli segnalavano il divieto di parcheggio bici per rimozione, anche delle pensiline. Il passaparola, con polemica annessa, è presto passato da piazza Giovanni XXIII ai convogli, poi ai social.

L’intervento arriva pochi giorni dopo l’apertura, dietro lo scalo, di una velostazione con tanto di recinzione e ciclofficina, realizzata con risorse comunali e affidata ad Amsc. Costi, di sosta e abbonamento, contenuti. Ma pur sempre costi, a fronte della gratuità garantita dalle rastrelliere in via di rimozione.

Giovanni Pignataro, consigliere comunale Pd, ciclista irriducibile, si è presentato sul posto, dove ha registrato un video nel quale ha sollevato una serie di questioni. In sintesi: le rastrelliere oggi inaccessibili sono particolarmente comode e sicure. Non solo: furono posizionate in base a un bilancio partecipato risalente all’Amministrazione Guenzani, dunque per scelta, fra diverse opzioni, dei cittadini.

Se si tratta di una rimozione definitiva, afferma l’esponente dem, è una presa in giro. La nuova velostazione non può servire tutti gli abitanti di Gallarate. Oltretutto, l’Amministrazione comunale non ha creato nessuna pista ciclabile per raggiungerla. Non c’è politica pianificatoria.

L’assessore al Territorio, Sandro Rech, fa il punto della situazione: “Nell’area interessata dobbiamo spostare due parcheggi per persone con disabilità. Il ‘trasloco’ si rende necessario per la riqualificazione, vicino alla stazione, della zona in cui si trova il capolinea dei pullman”. Sorte delle rastrelliere: “Alcune rimarranno al loro posto, quelle rimosse andranno sull’altro lato della via”.

Al netto di informazioni almeno all’inizio non chiare, il disagio dovrebbe essere temporaneo.

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