Il caso di corruzione all’ospedale di Saronno è giunto al tribunale di Busto Arsizio. Le indagini sono state avviate dopo alcune segnalazioni giunte dalla direzione sanitaria dell’ospedale nel novembre 2020. Tra i 18 imputati, 2 medici hanno patteggiato, 5 dipendenti delle pompe funebri hanno scelto il rito abbreviato, mentre per i dipendenti dell’ospedale si va verso il dibattimento. I reati contestati sono corruzione di incaricato di pubblico servizio, peculato, furto, truffa e falsità ideologica.

L’indagine ha permesso di ricostruire come quattro titolari di onoranze funebri versassero somme di denaro in favore di alcuni dipendenti dell’obitorio dell’ospedale di Saronno per orientare i parenti dei defunti alla scelta dell’impresa cui affidare il servizio funebre. Inoltre, ci sarebbero stati casi in cui sono state mostrate le salme ai congiunti anche quando queste risultavano positive al Covid-19, violando le norme anti-contagio.

I due medici di base coinvolti rilasciavano false attestazioni di malattia a dipendenti pubblici e privati che ottenevano così indebite percezioni per assenza dal lavoro. Tra gli altri, il caso di un’addetta all’obitorio dell’ospedale di Saronno che durante i periodi di assenza dal lavoro, falsamente attestata dai due medici, prestava la propria opera lavorativa come impiegata nel loro ambulatorio medico.

I carabinieri hanno ricostruito anche la vicenda di due soggetti dipendenti dell’obitorio dell’ospedale di Saronno che si sarebbero impossessati di materiale sanitario e di pulizia di proprietà dell’ospedale per poi cederli a terzi. La decisione sui riti alternativi e sul rinvio a giudizio è stata rimandata all’udienza preliminare del 5 luglio.

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