Il perito ha dichiarato che il trentunenne extracomunitario accusato di tentato omicidio non era in grado di intendere e di volere al momento dei fatti e, attualmente, non è in grado di stare in giudizio. L’uomo fu fermato lungo la strada provinciale 61 per un normale controllo, ma ha aggredito due agenti della Polizia di frontiera di Luino con un coltello. Uno dei due poliziotti ha sparato all’indirizzo dell’immigrato per difendere il collega, colpendolo all’addome e ferendolo in modo non grave.

La perizia firmata dal dottor Angelo Demori e depositata davanti ai giudici del Tribunale di Varese, spiega che l’immigrato non era consapevole di quello che stava facendo quel giorno d’estate due anni fa e, ancora oggi, è socialmente pericoloso. Le sue condizioni attuali hanno richiesto il trasferimento dal carcere di Belluno in una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, dove è presente una struttura psichiatrica in grado di gestire la sua situazione in modo ottimale.

L’uomo sarà probabilmente costretto a rimanere lì fino alla conclusione del processo, qualora i giudici dovessero proscioglierlo per totale vizio di mente. La decisione del collegio arriverà in estate. L’immigrato è difeso nel procedimento dall’avvocato Fulvio Dagnoni.

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