La Procura di Como ha effettuato una perquisizione nella casa di Cecco Bellosi, coordinatore della Comunità il Gabbiano, accusato di aver rimosso i fiori dalla lapide del dittatore Mussolini a Giulino di Mezzegra. La perquisizione è stata effettuata con ben cinque carabinieri e una serra di carte bollate. Si chiede se la Procura abbia cercato i piattini dei sottovasi nella casa di Bellosi. La questione non riguarda solamente la rimozione dei fiori dalla lapide, ma il concime che sta nel vaso della Storia. Non si è chiuso il tutto con una telefonata, ma si è proceduto con una indagine per “danneggiamento aggravato”. Non è una questione di priorità o di denaro pubblico, ma di difesa dalla delinquenza dei criminali botanici che cercano di estirpare anche simbolicamente il fiore del fascismo.

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