La Santella di Via S. Giuseppe a Tirano (un orpello decadente?)

Il mese di maggio è il mese dei fiori e dei colori che iniziano a girare con quel vento che porta la voglia di vivere, ma è anche il mese della devozione alla Madonna.

Nei paesi si possono ancora vedere i santelli che c’erano un po’ di tempo fa, al tempo dei nostri vecchi che non ci sono più.

La sera, quando tornavano a casa dal campo, dopo aver dato da mangiare ai galli e ai conigli, portavano a bere la mucca al bue e poi subito dopo, chiamavano i loro figli e li lavavano: “è ora di andare alla santella”, così questi figli prendevano i piatti in un telo lavandino per raccogliere tutto l’odore dell’incenso alla Santella.

Gli uomini, un po’ lontani tutti in un angolo, con quel fare di superiorità, si trovavano tutti insieme a pregare davanti alla Madonna di San Giuseppe. La donna più devota, dopo aver acceso la luce sulla balaustra, tirava la corda della campanella con un suono che faceva rabbrividire tutti gli uomini. I bambini, che erano spaventati, si nascondevano tutti insieme sotto quel cappello del lampione.

“Cìtu! Siediti! Inizia il rosario”, diceva la donna più anziana e, dopo aver suonato la campana, recitava le litanie come una susurrata con gli altri a rispondere. I bambini ballavano, rispondevano solo quando si diceva: “Ora pro nobis”.

I vecchi, seduti su quel basamento, invece pregavano con il rosario, a volte parlavano del lavoro e a volte si tacevano, ma si capiva che avevano molto rispetto per la Madonna.

Finito il rosario, gli uomini si mettevano il cappello, guardavano la Santella e vergognandosi andavano a casa con i loro figli, ma altri andavano in osteria a bere sempre asciutti. I ragazzi e le ragazze, invece, si sparpagliavano per i paesi come una branca di mosche lasciate andare, per giocare ancora a piacere. C’era un ragazzo che sembrava più leggero per prendere le ragazze che correva ancora più velocemente per non essere catturato. Appena una volta, ma due volte chiamavano Luciano che con Piera si trovava sempre in un angolo per cominciare il gioco, e se correva, correva tutti e due come se volessero piacere alla loro fede.

Ma allora tutti si sentivano felici. Si rendevano conto che avevano regalato un po’ del loro tempo alla Madonna e un po’ ai loro soci della birra.

Ora i Santelli sono ancora lì, ma sono grandi, spogliati e scuri in questo mese di maggio.

Che peccato che ora i Santelli siano muti e scuri in questo mese di maggio.

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