Condenato a tre anni e sei mesi di reclusione il trentanovenne della Valceresio, accusato di maltrattamenti ai danni della sua compagna. Il Tribunale di Varese ha riconosciuto la sua colpevolezza dopo tre anni di processo. Il pubblico ministero aveva chiesto sei anni di reclusione, ma alla fine è stata emessa una sentenza meno severa. La vittima ha svolto un ruolo importante nell’accertamento dei fatti, anche se in aula ha cercato di ridimensionare la vicenda. La ragazza aveva parlato con una psicologa descrivendo un rapporto fatto di umiliazioni, violenza e paura costante, alimentato dai problemi con l’alcol dell’imputato.

Gli avvocati dell’imputato hanno sostenuto che non esisteva un prevaricatore e una persona sottomessa, ma che le violenze coinvolgevano entrambi. Inoltre, hanno sottolineato l’assenza di continuità nelle condotte vessatorie e l’assenza di preoccupazione tra i parenti della coppia. La persona offesa ha ritirato l’unica querela sporta nei confronti del padre di sua figlia dopo l’arresto di quest’ultimo.

L’avvocato Lanfranconi ha chiesto l’assoluzione dell’imputato, sostenendo che la visione buia dell’esistenza e la cupezza d’animo che caratterizzano i casi di maltrattamenti in famiglia non appartengono al loro assistito. L’imputato, infatti, desidera tornare a stare bene con la propria compagna. La persona offesa nel procedimento, dopo la sentenza, è scoppiata a piangere.

Tra gli atti del processo ci sono dei certificati medici che rimandano alle lesioni patite da entrambi la sera dell’arresto del trentanovenne e della sua compagna. Pochi giorni prima c’erano state altre tensioni, scaturite da un battibecco su un telefono da acquistare, e in quella circostanza l’uomo, secondo le accuse, avrebbe messo le mani al collo della donna. La violenza si è ripetuta anche durante il capodanno 2021, finito a schiaffi e pugni, con un televisore scagliato addosso alla ragazza.

In conclusione, è importante ricordare che la violenza domestica è un problema serio e che non deve essere sottovalutato o minimizzato. Le vittime di maltrattamenti in famiglia devono essere protette e sostenute, e i maltrattatori devono essere puniti.

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