Processo a Busto Arsizio per il racket del calcestruzzo e delle aste immobiliari nel Saronnese. Il pubblico ministero della Dda di Milano, Sara Ombra, ha coordinato le indagini che hanno portato all’arresto di 11 persone, tra cui Carmelo Cilona, Pietro Santo Garzo, Edoardo Fioramonte, Giuseppe Curino, Antonio Fioramonte, Katia Fioramonte, Gianfranco Compiacente, Fabrizio Scaramastra, Daniele Segato, Alessio Gabriele Lo Cicero e Federico Malnati. Gli imputati sono accusati di estorsione e turbata libertà degli incanti, aggravati dal metodo mafioso.

Le indagini sono state avviate dopo un incendio doloso che ha danneggiato sei autovetture di servizio di proprietà dell’Amministrazione comunale di Saronno. Le attività investigative hanno permesso di far luce su un inquietante scenario fatto di imposizioni, minacce e atti di forte violenza da parte di soggetti con compartecipazioni economiche e legami con esponenti di famiglie di ‘ndrangheta egemoni sul versante tirrenico dell’estrema provincia calabrese.

Secondo l’accusa, i sodali hanno agito con una metodologia propriamente mafiosa, estromettendo dal mercato imprese concorrenti a favore di altre a loro riconducibili, accaparrandosi illegalmente appalti e incarichi di servizi. Hanno anche imposto opere in subappalto a imprese aggiudicatarie di importanti lavori nel settore dell’edilizia e del movimento terra.

Per raggiungere i propri scopi, i sodali non hanno esitato a ricorrere a vere e proprie aggressioni e minacce. In una circostanza, un imprenditore si è ritrovato con una pistola puntata alla nuca poiché le richieste di denaro erano diventate insostenibili. Anche le aste giudiziarie per la vendita di immobili disposte dal Tribunale di Busto Arsizio subivano interferenze da parte degli indagati, che non esitavano a far desistere dai loro propositi i vari offerenti in sede di sopralluoghi sugli immobili in vendita.

Il processo è in corso, e si torna in aula il 5 ottobre.

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