Il 106° Giro d’Italia ha visto la 13^ frazione parlare ispanico, con la vittoria di Einer Rubio del team Movistar. Nella tappa semi-tappone del canton Vallese, Thibaut Pinot del team Groupama FDJ e Jefferson Cepeda del team EF sono arrivati rispettivamente secondo e terzo dopo aver bisticciato a lungo tra cambi non dati e scattini continui. Geraint Thomas del team Ineos mantiene la maglia rosa, Joao Almeida del team UAE resta in bianco, Jonathan Milan del team Bahrain Victorious conserva la ciclamino e cambia invece il detentore della maglia azzurra.

La tappa è stata accorciata a causa del maltempo e la carovana si è spostata direttamente in Svizzera per partire alle ore 15 a Le Chable: 75 chilometri di prima categoria, affrontati da 135 corridori dato il ritiro di Pedersen. Il nuovo km 0 corrispondeva esattamente all’attacco dei 15km al 9% della Croix de Coeur.

Cepeda si è avvantaggiato e si è tirato dietro una decina di colleghi, ma il gruppo si è speso (e decimato) per riassorbire. È ripartito un drappello al km 9, quasi tutti già facenti parti del tentativo precedente, e stavolta era l’azione giusta: lo stesso Jefferson Cepeda (EF), Einer Rubio (Movistar), Valentin Paret-Peintre (Ag2r Citroen), Derek Gee e Matthew Riccitello (Israel Premier Tech), Thibaut Pinot e Bruno Armirail (Groupama FDJ).

Gli otto chilometri conclusivi hanno vissuto un copione curioso: Pinot nervoso con Cepeda per i cambi non dati dall’ecuadoriano, continue accelerate sul filo della polemica, mentre appena alle loro spalle Rubio faceva uno strano elastico, col senno di poi rilevatosi alquanto astuto. Flamme rouge a tre, dunque. Cepeda, primo promotore delle azioni di giornata, ha lanciato la volata lunga, ma a sorpresa è uscito allo scoperto Rubio, che si è guadagnato la seconda vittoria in stagione dopo il guizzo di Jebel Jais all’UAE Tour, nonché seconda vittoria da professionista al quarto anno nel World Tour.

Pinot sarebbe stato il più veloce, ma si era sforzato troppo a tentare di staccare Cepeda sulle asperità che portavano al traguardo e si è dovuto accontentare della seconda piazza, ma non solo: l’esperto francese, all’ultimo anno di carriera, si è ripreso quella maglia azzurra che Bais gli aveva strappato sul Gran Sasso. Ed è entrato nella top-10 nella generale, approfittando anche di un momento di difficoltà di Aurelien Paret-Peintre sul finale.

Domani si spera di tornare alla normalità, con la Sierre-Cassano Magnago da 194 chilometri.

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