La Corte di Cassazione ha deciso di annullare l’ordinanza della Corte di assise di Bergamo che aveva negato alla difesa di Massimo Bossetti il diritto di accedere ai reperti confiscati per svolgere indagini difensive in vista dell’eventuale revisione del processo per l’omicidio di Yara Gambirasio. Questa decisione è stata presa in seguito al ricorso presentato da Bossetti, già condannato in via definitiva per l’omicidio della ragazza.

La Corte di assise di Bergamo dovrà ora consentire alla difesa la ricognizione dei reperti, nei limiti già autorizzati in precedenti provvedimenti, stabilendo le opportune cautele idonee a garantirne l’integrità. Se la difesa avanzerà nuove richieste specifiche, la Corte di assise dovrà valutare la concreta possibilità di nuovi accertamenti tecnici e la loro non manifesta inutilità.

Questa decisione rappresenta un passo avanti per la difesa di Bossetti, che ha sempre sostenuto la sua innocenza nell’omicidio di Yara Gambirasio. La possibilità di accedere ai reperti potrebbe portare a nuove prove a favore dell’imputato e potrebbe portare alla revisione del processo.

La decisione della Corte di Cassazione è stata presa in camera di consiglio, dopo una discussione a porte chiuse. Le fonti della Cassazione hanno spiegato che la Corte di assise dovrà adesso valutare attentamente le richieste della difesa e decidere se procedere con nuovi accertamenti tecnici.

In ogni caso, questa decisione dimostra l’importanza del rispetto dei diritti della difesa e della possibilità di accedere ai reperti per svolgere indagini difensive. La giustizia deve essere sempre equa e garantire a ogni imputato la possibilità di difendersi nel modo più adeguato possibile.

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