Il brigadiere Antonio Milia è ancora detenuto nel carcere di San Vittore nonostante la sua dichiarata incapacità di intendere e di volere al momento dell’uccisione del suo comandante Doriano Furceri nell’ottobre scorso. La sua difesa, rappresentata dall’avvocato Roberto Melchiorre, ha chiesto che Milia venga trasferito in una residenza REMS, ma purtroppo non ci sono posti liberi. La REMS è una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, dove Milia potrebbe ricevere le cure sanitarie necessarie per la sua patologia psichiatrica. Melchiorre ha sottolineato che non chiede l’impunità per il suo assistito, ma solo le cure adeguate per la sua malattia. Milia prende solo psicofarmaci e non fa psicoterapia, cosa che sarebbe possibile solo in una REMS o in un altro centro assistenziale e riabilitativo. La difesa ha richiesto una nuova valutazione sulla pericolosità sociale di Milia e ha chiesto che venga trasferito in un altro centro assistenziale e riabilitativo, come ad esempio una CRM. La situazione delle REMS è un problema nazionale, con liste di attesa di un anno e strutture al collasso. La difesa ha espresso la sua fiducia nella magistratura e ha sottolineato la necessità di capire cosa è successo per evitare che tragedie simili possano ripetersi.

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