Padre e figlio sono stati portati a processo per presunti abusi edilizi e ambientali nell’area agricola di via della Offelera. L’accusa sostiene che i due uomini abbiano trasformato illegalmente una zona destinata a parco intercomunale e pista ciclabile in un’area produttiva con un deposito e officina per i camion della loro ditta di trasporti. Il terreno di 36mila metri quadrati è stato acquistato all’asta giudiziaria per 50mila euro, di cui 8mila metri quadrati sono stati destinati al deposito. Nel 2019 il terreno è stato posto sotto sequestro preventivo dalla polizia locale su ordine del gip del Tribunale di Monza.

Padre e figlio, amministratori di diritto e di fatto della società con sede a Brugherio, sono imputati al Tribunale di Monza per una serie di reati, tra cui abuso edilizio, rifiuti speciali, disturbo della quiete, violazione dei sigilli. Al processo, che si è aperto davanti al giudice Carlo Ottone De Marchi e che entrerà nel vivo nella prossima udienza fissata a novembre, si è costituita parte civile Legambiente Monza. Nel deposito, dove erano stati costruiti anche due capanni, c’era anche un distributore di carburante per i mezzi ad uso aziendale ed erano presenti decine di pneumatici per la manutenzione dei camion.

Le indagini sono state avviate grazie alle denunce presentate dai cittadini del quartiere Sant’Albino che vedevano il polmone verde disboscarsi giorno per giorno e lamentavano i rumori di accensione dei mezzi all’alba, al quale si aggiungevano i miasmi generati dall’accensione dei motori soprattutto nella stagione estiva, quando gli inquilini lasciavano le finestre aperte. Della questione si era interessata anche Legambiente ma, secondo l’accusa, i titolari della ditta di trasporti hanno continuato imperterriti a fare sparire gli orti presenti da 20 anni sul loro terreno e anche a depistare le indagini, girando le telecamere presenti sul posto per farsi beffe degli inquirenti.

Il gip monzese ha segnalato un atteggiamento del tutto indifferente nei confronti delle segnalazioni e degli interventi da parte di padre e figlio. Nel maggio 2021 erano arrivate le ruspe a demolire le baracche abusive e abbandonate a Monza, alcune anche sui terreni poi divenuti nel 2020 di proprietà del Comune di Monza. La normativa prevede infatti che, quando il privato non ottempera nei tempi previsti a un’ordinanza dirigenziale di demolizione di opere abusive che insistono su un terreno con destinazione urbanistica non compatibile, l’immobile diventa di proprietà dell’Ente. Un intervento realizzato dal privato proprietario dell’area.

Secondo Legambiente Monza, il rimessaggio per autocarri pesanti avrebbe potuto creare pesanti danni ambientali quali inquinamento da idrocarburi del suolo e delle falde acquifere, inquinamento atmosferico e acustico da parte degli automezzi, insicurezza stradale viste le ridotte dimensioni di via della Offelera e del suo incrocio su via Adda. La situazione ha causato un rovinoso impatto sull’ambiente e sull’agricoltura della zona, che ha subito danni irreparabili.

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