Un 37enne tunisino, S.K., è stato portato a processo davanti ai giudici di Monza con l’accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti di un 35enne romeno. La vittima, attualmente detenuta in un altro carcere, ha denunciato di essere stata minacciata con una lametta alla gola e costretta a subire un rapporto sessuale all’interno di una cella della casa circondariale di via Sanquirico, a Monza.
I fatti risalgono al mese di aprile 2020, durante l’epoca Covid, il che ha causato ritardi nella trattazione del fascicolo. La parte offesa si è costituita parte civile con l’assistenza dell’avvocato monzese Giacomo Crippa.
Secondo l’accusa, il romeno sarebbe stato costretto ad assumere dei farmaci tranquillanti dal compagno di cella, che poi avrebbe abusato di lui approfittando del suo stato di minorata capacità. La vittima ha raccontato di essere stata obbligata a prendere le gocce di tranquillante e, stordita dai farmaci, di avere cominciato a percepire un tremore freddo in tutto il corpo. Il compagno di cella avrebbe poi chiesto un massaggio alla schiena e, quando il romeno si sarebbe rifiutato, lo avrebbe costretto con una forbicina e una lametta a salire sul suo letto, dove sarebbero avvenuti gli abusi.
La vittima ha ipotizzato che si sia trattato di una ritorsione per motivi legati alla convivenza in cella, che andava avanti da circa un mese. Ora la vicenda è approdata davanti al tribunale collegiale di Monza, dove il nordafricano è imputato di violenza sessuale.