Il Giro d’Italia ha portato con sé una serie di discussioni e polemiche tra automobilisti e ciclisti. Da un lato c’è la nevrosi da volante che spinge gli automobilisti a sottovalutare le distanze e le traiettorie altrui, e dall’altro c’è il parcheggio selvaggio che rende le piste ciclabili meno sicure. Inoltre, i ciclisti accusano gli automobilisti di pigrizia nel non voler camminare qualche metro a piedi e di inquinare l’aria con le loro auto.

La polemica si spinge anche a contestare le abilità personali degli automobilisti che acquistano vetture con dimensioni inappropriate, e i ciclisti che parlano in mezzo alla strada bloccando il traffico. Inoltre, alcuni ciclisti non rispettano le regole del Codice della Strada e passano col rosso o vanno contromano, mettendo in pericolo la propria vita e quella degli altri.

Infine, i ciclisti che sciamano sulle strade durante il fine settimana possono creare disagi per gli automobilisti che si trovano incolonnati dietro di loro. In fondo, i pedoni sono i più penalizzati, poiché subiscono l’arroganza sia delle auto che delle biciclette che transitano sui marciapiedi a elevata velocità.

La soluzione a tutti questi problemi potrebbe essere una maggiore educazione alla convivenza tra ciclisti e automobilisti, e il rispetto delle regole del Codice della Strada da parte di entrambe le categorie. Solo così si potrà godere della bellezza delle due ruote verdi senza creare disagi e pericoli per sé stessi e gli altri.

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