La sentenza dell’assoluzione per il blitz del 2017 contro Como Senza Frontiere ha sollevato molte polemiche. Secondo il giudice, infatti, non è stato possibile definire l’accaduto come un atto di violenza privata, nonostante l’arrogante messa in scena degli skinheads del Fronte Veneto Skinheads, che avevano l’intento di obbligare all’ascolto della lettura integrale del loro comunicato.

La visione del video, ripreso da uno degli indagati e che aveva fatto il giro d’Italia, non avrebbe evidenziato la violenza e le minacce necessarie per configurare il reato. Secondo il giudice, infatti, per la violenza privata non basta la costrizione a fare o a tollerare qualcosa.

Questa decisione ha suscitato molte critiche, ma la giustizia deve essere impartita in base a precise leggi e non a sentimenti personali. Ciò che è chiaro è che il comportamento degli skinheads era assolutamente inaccettabile e che non si può tollerare la violenza e l’intimidazione nei confronti di chiunque, a prescindere dalle sue opinioni politiche o dalle sue convinzioni.

Inoltre, è importante sottolineare che l’accoglienza dei migranti è un tema delicato e complesso, che richiede un approccio umano e rispettoso della dignità delle persone. Non si può accettare che l’odio e la violenza diventino il modo per esprimere le proprie idee.

In conclusione, la sentenza dell’assoluzione per il blitz del 2017 contro Como Senza Frontiere può non essere stata condivisa da tutti, ma ciò che conta è che la giustizia sia stata impartita in base alle leggi. È importante che tutti rispettino la dignità umana e che si lotti contro l’odio e la violenza, a prescindere dalle opinioni politiche.

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