Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco nel 2007 ha lasciato un segno indelebile nella memoria della comunità locale. L’autore del delitto, il fidanzato Alberto Stasi, oggi ha 40 anni e sta scontando una pena di sedici anni di carcere grazie al rito abbreviato. Tuttavia, da quattro mesi, ha ottenuto la possibilità di uscire regolarmente per recarsi al lavoro. Stasi si occupa di mansioni amministrative e contabili, sotto il controllo attento del tribunale di sorveglianza di Milano.
Il lavoro non è solo un modo per il detenuto di avvicinarsi alla libertà, ma anche un modo per pagare il risarcimento alla famiglia della vittima. Infatti, Stasi è stato condannato a risarcire un milione di euro di danni ai genitori di Chiara Poggi. La cifra è stata successivamente ridotta a 700mila euro, di cui metà sono già stati liquidati. L’altra metà verrà pagata tramite detrazioni mensili sugli stipendi del lavoro di Stasi.
La possibilità di lavorare era stata inizialmente negata, ma poi concessa grazie al reclamo presentato dall’avvocato del detenuto, Giada Bocellari. La decisione del tribunale di sorveglianza è stata presa in quanto Stasi ha scontato almeno un terzo della sua pena e la sua condotta in carcere è stata definita positiva.
Nonostante siano passati tutti questi anni, Stasi continua a negare di avere ucciso Chiara Poggi. Un atteggiamento che può sembrare inspiegabile, ma che il tribunale ha definito legittimo. La comunità di Garlasco, tuttavia, non dimentica la tragedia e continua a chiedere giustizia per Chiara.