La strage di operai non sembra avere fine in Italia. L’ultimo caso riguarda Abdul Ruman, un giovane originario del Bangladesh che ha perso la vita a Trezzano sul Naviglio mentre stava spostando dei pesanti macchinari presso la Crocolux, azienda specializzata in produzioni in pelle. Si tratta purtroppo solo dell’ennesimo episodio di una triste serie che ha portato alla morte di almeno 1.500 lavoratori lo scorso anno, secondo i dati dei sindacati. La Lombardia, “locomotiva economica d’Italia”, è purtroppo una delle regioni più colpite da questo fenomeno, con già 24 vittime dall’inizio dell’anno.

Il problema sembra essere legato all’inesistenza o all’irregolarità dei contratti di lavoro, che spesso porta a un maggior rischio di infortuni. Inoltre, la mancanza di formazione per i lavoratori che si avvicinano al mondo del lavoro rappresenta un altro fattore di rischio.

La soluzione proposta dai sindacati è quella di far rispettare la legalità, con rapporti di lavoro contrattualizzati e norme sulla sicurezza rispettate. Inoltre, si chiede un sistema di controlli e sanzioni più efficace per evitare l’impunità delle aziende che non rispettano le leggi in materia di sicurezza sul lavoro.

Il segretario nazionale della Cub, Walter Montagnoli, va oltre e chiede l’istituzione del reato di omicidio sul lavoro e la chiusura delle aziende che non rispettano le leggi, mantenendo il salario per i lavoratori.

È necessario intervenire immediatamente per porre fine a questa strage di operai, che rappresenta un vero e proprio segnale di degrado del mondo del lavoro. La sicurezza sul lavoro deve diventare una priorità assoluta, con maggiori controlli e formazione per i lavoratori. Solo così si potrà evitare che episodi come quello di Abdul Ruman si ripetano in futuro.

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