La storia di Martina Mancuso è una di quelle che ci fanno riflettere sulla fragilità della vita e sulla sorprendente capacità della natura di colpirci inaspettatamente. La giovane 27enne di Pescate, che aveva appena superato una difficile battaglia contro la leucemia grazie a un trapianto di midollo, è stata uccisa dal virus West Nile, trasmesso da una zanzara.
Martina era una combattente, come la descrive la sua mamma Orietta, che aveva affrontato la malattia con coraggio e determinazione. Ma non ha avuto scampo contro il virus, che ha colpito il suo sistema immunitario già indebolito dalla leucemia, causandole un’encefalite letale.
Il funerale di Martina verrà celebrato martedì pomeriggio nella chiesa parrocchiale di Pescate, dove si era trasferita con il suo compagno Antonio. Originaria di Colle Brianza, era cresciuta e aveva studiato lì, frequentando l’oratorio.
Il messaggio di cordoglio del parroco di Colle è stato toccante, descrivendo Martina come una stella brillante che ora illumina i cuori di chi l’ha conosciuta.
Il virus West Nile, come spiegano gli esperti dell’Istituto superiore di sanità, è trasmesso dalle zanzare che si nutrono del sangue degli uccelli selvatici infetti. La maggior parte delle persone infette non mostra sintomi, ma negli anziani e nelle persone debilitate la sintomatologia può essere più grave. In rari casi, come quello di Martina, il virus può causare un’encefalite letale.
Da inizio giugno sono stati segnalati in Italia 588 casi confermati di infezione da West Nile virus nell’uomo, con 37 decessi. In Lombardia ne sono stati contati 26, tra cui quello di Martina.
La sua storia ci fa riflettere sull’importanza di proteggere la nostra salute e di adottare comportamenti responsabili per prevenire la diffusione di malattie. E ci ricorda anche di apprezzare la vita e le persone che ci circondano, perché non sappiamo mai quando potremo perderle.