Renato Vallanzasca, l’ex boss della Comasina, rimarrà in carcere nonostante la richiesta dei suoi legali di poter accedere alle cure all’esterno. Il tribunale di Sorveglianza di Milano ha rigettato la richiesta di differimento di pena e detenzione domiciliare in centri specializzati a causa delle sue condizioni di salute. Gli avvocati avevano ottenuto due consulenze tecniche che rilevavano una incompatibilità con il regime del carcere per l’ex boss, a causa della patologia che lo affligge, il decadimento cognitivo progressivo, irreversibile. Secondo i legali, questa patologia non può essere arginata in carcere ma può essere rallentata e maggiormente monitorata all’esterno, in centri specializzati. Il legale in carcere ha bisogno di interagire e di essere stimolato, cosa che non è possibile in carcere. L’ordinanza del tribunale di sorveglianza non entra neanche nel merito della pericolosità mentre invece la difesa chiedeva il differimento della pena per motivi umanitari. Lo stesso tribunale di Sorveglianza aveva accolto la richiesta della difesa di riprendere a usufruire dei permessi premio che erano stati sospesi a febbraio e marzo scorso quando è stato segnalato dal carcere un comportamento “anomalo” dell’ex boss. Tuttavia, secondo gli avvocati, il bilanciamento che viene fatto quando si concedono questi benefici avrebbe dovuto far pendere la bilancia dalla parte di una verifica più approfondita, cosa che invece non è stata fatta. Vallanzasca fa fatica a parlare e a scrivere, non è in grado di badare a se stesso. Gli avvocati faranno appello alla decisione del tribunale di sorveglianza.

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