La Guardia di Finanza ha collaborato con la Procura della Repubblica di Sondrio in un’indagine sulla contraffazione del formaggio “Bitto”, un prodotto dalle origini storiche e tradizionali molto radicate nella Valtellina. L’indagine è importante per la sua complessità e per gli interessi culturali ed economici connessi, in quanto mira a preservare la fama e la reputazione del prodotto e a reprimere la concorrenza sleale perpetrata da alcuni produttori iscritti al circuito della DOP Bitto.
Le prime indagini risalenti al 2022 avevano acquisito i primi indizi di contraffazione del formaggio “Bitto D.O.P.” con la somministrazione di mangime in quantitativi eccedenti rispetto a quanto previsto dal Disciplinare di Produzione. La Procura della Repubblica ha disposto ulteriori sette perquisizioni che sono state eseguite nella mattinata odierna presso domicili e sedi delle aziende di diversi imprenditori agricoli valtellinesi iscritti nel circuito di produzione del formaggio a denominazione tutelata “Bitto”. Grazie alle perquisizioni, è stata rinvenuta e posta sotto sequestro importante documentazione contabile ed extracontabile utile alla ricostruzione del sistema fraudolento.
Gli elementi raccolti confermano l’importanza del sistema dei controlli antifrode nel settore agroalimentare affidato all’ICQRF Lombardia, organo di polizia giudiziaria di alta professionalità, incardinato nel Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste che, grazie alle specifiche competenze tecniche ed investigative, dispone di strumenti idonei al perseguimento degli illeciti nel settore delle denominazioni di origine protetta. Inoltre, l’indagine ha confermato l’importanza del ruolo della Guardia di Finanza, forza di polizia a competenza generale, dotata di elevata professionalità e specifiche competenze in materia economico-finanziaria.
Il procedimento penale è in fase di indagine preliminare e gli elementi raccolti saranno attentamente vagliati dalla Procura della Repubblica che, all’esito, dovrà valutare se contestare formalmente delle ipotesi di reato agli indagati, sollecitando una interlocuzione con le difese. In ogni caso, l’indagine rappresenta un importante passo avanti nella tutela del patrimonio agroalimentare italiano e nella lotta alla contraffazione.