Il 19 gennaio 2017, un giovane meccanico di soli 24 anni, Leonardo Scarpellini, perse la vita mentre si trovava nell’officina della Volvo Truck di Boltiere. Mentre stava cambiando le sospensioni di un autocarro, una molla esplose e lo colpì violentemente al torace, causandone la morte. Ora, il pm Raffaella Latorraca chiede la condanna a 2 anni di carcere per l’amministratore delegato di Volvo Group Retail Italia, Giovani Lo Bianco, di 59 anni, residente in Francia. Secondo il pm, spettava anche a Lo Bianco vigilare sul rispetto delle regole e delle procedure in materia di sicurezza, e non solo ai due dipendenti preposti, Antonio Pezzano e Dario Notario, che patteggiarono 8 mesi nel 2019.

La domanda che si pone è se la condotta del meccanico possa sollevare dalle responsabilità il datore di lavoro. Gli esperti hanno stabilito che Scarpellini eseguì la manovra mantenendo l’aria compressa nel circuito e utilizzandola, senza ricorrere ai martinetti per sollevare il mezzo. Nonostante questa manovra violasse la procedura indicata dall’azienda, l’utilizzo dell’aria compressa per il montaggio delle molle delle sospensioni era una prassi consolidata tra i colleghi. La seconda domanda è se le responsabilità non siano da attribuire solo ai dipendenti preposti, cui spettava il controllo diretto in officina. La pm ha risposto negativamente, poiché Notario non era stato adeguatamente formato, e Lo Bianco, in quanto soggetto che concepisce l’organizzazione aziendale, avrebbe dovuto creare flussi informativi che lo rendessero edotto su eventuali procedure violate.

La difesa di Lo Bianco ha chiesto l’assoluzione, poiché ritiene che il fatto non sussista. Secondo la difesa, la morte di Scarpellini non fu causata tanto dall’utilizzo dell’aria compressa, ma dal non averla scaricata dal circuito dell’autocarro e dal bloccare la pressione con alcune fascette. Quando la fascetta della terza sospensione saltò, ci fu l’esplosione udita da tutti i colleghi.

L’udienza per la sentenza è prevista per l’11 luglio. In ogni caso, questo drammatico incidente dimostra l’importanza di rispettare le procedure di sicurezza sul lavoro e di formare adeguatamente tutti i dipendenti, compresi quelli preposti al controllo diretto in officina, per evitare tragedie come quella che ha colpito la famiglia di Leonardo Scarpellini.

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