La sicurezza dei lavoratori del settore della sanità mentale è al centro dell’attenzione nazionale dopo l’aggressione mortale subita dalla psichiatra Barbara Capovani lo scorso aprile all’ospedale Santa Chiara di Pisa da parte di un suo ex paziente. Paola Acerbis, infermiera e delegata della Fp-Cgil del reparto di psichiatria dell’ospedale di Bergamo, ha parlato dell’affaticamento e della frustrazione che accompagnano la vita e il lavoro di chi si occupa quotidianamente dei servizi di sanità mentale. Nonostante il desiderio di aiutare i pazienti, la preoccupazione per la sicurezza è sempre più presente.

Acerbis ha dichiarato che nel reparto di psichiatria dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo si sono verificate sei aggressioni tra gennaio e maggio, un numero alto rispetto al passato. La situazione è stata migliorata con l’adozione di accorgimenti dopo la tragedia dell’incendio che aveva causato la morte di una paziente nell’agosto del 2019. Tuttavia, il turnover elevato ha comportato la necessità di un certo lasso di tempo per ambientarsi, e il sistema di videocamere per la sorveglianza è stato ammodernato solo al terzo piano.

Il reparto di psichiatria si è notevolmente trasformato negli ultimi tempi, con patologie diverse rispetto al passato. Tuttavia, le condizioni dei servizi sanitario e sociale a disposizione non sono ottimali, e la rete territoriale è depauperata. Ciò comporta una difficoltà concreta nel ricollocare i pazienti entro strutture territoriali e di comunità, una volta in grado di lasciare il reparto.

La questione non ha una soluzione semplice e richiede un approccio complesso e molteplice. La Fp-Cgil di Bergamo ha dichiarato che il problema viene soprattutto dalle regole di sistema, e il territorio non ha le risorse per accogliere e gestire questi tipi di utenza. La salute e la sicurezza di persone fragili, dei lavoratori e delle lavoratrici sono in gioco, e l’attenzione al tema deve rimanere alta.

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