Alessandro Impagniatiello, il barman di Senago (Milano), è stato arrestato per l’omicidio della sua compagna incinta di sette mesi, Giulia. Secondo il suo avvocato, l’uomo ha pensato al suicidio come unica dimostrazione di pentimento. Tuttavia, gli investigatori stanno cercando di chiarire alcuni punti oscuri del delitto. In particolare, si sospetta che Impagniatiello abbia avuto un aiutante per spostare il corpo di Giulia, che pesava circa settanta chili in gravidanza. L’omicida era solo quando ha portato il corpo nel box e poi l’ha trascinata per altri 40 metri fino alla cantina. Se qualcuno lo avesse aiutato, non si tratterebbe di un complice ma di un aiutante. Le telecamere non riprenderebbero altri che il barman, ma sono al vaglio altri elementi che potrebbero costituire prove e fare chiarezza sull’intera dinamica del delitto. Impagniatiello ha riferito di aver portato il corpo nella vasca subito dopo l’assassinio e di averlo poi trascinato per le scale fino al garage attorno alle 23. Poi lo avrebbe portato in cantina alle 12.30 di lunedì e riportato nel box alle 7 di martedì, per infilarlo subito in auto e abbandonarlo dopo 19 ore e mezza in un’intercapedine di via Monte Rosa, a 700 metri da casa. La vicenda è ancora avvolta nel mistero, ma gli inquirenti stanno lavorando per fare luce sulla tragica morte di Giulia.

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