Stefano Corsi, insegnante di lettere in un liceo milanese e collaboratore, è nato a Bergamo nel 1964, ma da quando aveva solo sei anni vive a Lodi. Uno dei suoi studenti più silenziosi e riservati è Ippolito: alto, magro, studioso e con un contegno educato che gli conferisce un’aria nobile. Nonostante la sua tranquillità, Ippolito ha attirato l’attenzione di tutta la classe a causa di uno scherzo crudele compiuto da uno dei suoi compagni: infatti, qualcuno ha messo un compasso rubato nella sua borraccia, sperando che Ippolito si punzecchiasse mentre cercava di bere. Nonostante ciò, Ippolito ha mantenuto la sua compostezza, dimostrando di essere un ragazzo sereno e maturo. Il suo atteggiamento gli ha guadagnato l’approvazione delle compagne più timide e assennate, mentre quelle più spavalde hanno già altri interessi. Il professor Caudano, preso dalla preparazione delle lezioni e dalla correzione dei compiti, spesso dimentica della presenza di Ippolito, che è uno degli alunni più tranquilli e non dà mai problemi. Tuttavia, la sua tranquillità non deve essere interpretata come una mancanza di interesse o di impegno: Ippolito è uno studente diligente e rispettoso, che merita l’attenzione e l’approvazione degli insegnanti.