Il terribile omicidio di Giulia Tramontano ha scosso profondamente l’Italia. La giovane donna, incinta di sette mesi, è stata uccisa dal suo fidanzato, Alessandro Impagnatiello, che ha confessato di averla uccisa dopo una lite scoppiata a causa di una relazione parallela che aveva con una ex collega italo-inglese. Dopo averla accoltellata a morte, ha cercato di bruciare il cadavere e di disfarsene. Impagnatiello è stato arrestato e si trova ora nel carcere di San Vittore a Milano, in attesa di processo.
Ma la vicenda ha anche sollevato questioni giuridiche. Il gip ha riconosciuto le aggravanti del vincolo sentimentale e dei futili motivi, ma non quelle della crudeltà e della premeditazione. Questa decisione ha fatto discutere sui social, ma ha fondamenti giuridici specifici. La decisione della giudice non avrà ripercussioni sulla eventuale pena, perché Impagnatiello rischia una condanna all’ergastolo. Secondo la gip, l’aggravante della crudeltà non c’è perché il delitto non è «caratterizzato da particolare pervicacia, tenuto conto del tipo di arma utilizzata e del numero di colpi inferti». Per quanto riguarda invece la premeditazione, la giudice ha spiegato che la giurisprudenza identifica i tratti distintivi della premeditazione nell’apprezzabile intervallo temporale tra l’insorgenza del proposito delittuoso e la sua attuazione, tale da consentire una ponderata riflessione sulla decisione presa e sull’opportunità del recesso. In questo caso, il tempo trascorso tra le ricerche su internet e l’omicidio non è stato considerato abbastanza lungo per giustificare questo tipo di aggravante.
La vicenda di Giulia Tramontano è una tragedia che ha sconvolto l’Italia. La giustizia farà il suo corso, ma non potrà mai restituire la vita a questa giovane donna e al suo bambino. È importante che tutti riflettano su come prevenire la violenza contro le donne e come aiutare le vittime a denunciare e a fuggire dalle situazioni pericolose. Solo così si potrà evitare che tragedie come questa si ripetano in futuro.