I pesticidi e gli erbicidi utilizzati in agricoltura sono veleni anche per l’uomo, come dimostrano le malattie neurologiche e i casi di cancro che colpiscono i contadini e i loro figli. In particolare, l’esposizione a questi prodotti chimici può causare disturbi neuropsichiatrici, polineuropatia da organofosforici e convulsioni da gas nervini, che erano originariamente studiati per la guerra chimica e oggi vengono usati come insetticidi, erbicidi e antiparassitari.

Inoltre, c’è il sospetto che l’esposizione a pesticidi alteri lo sviluppo del cervello dei bambini e che l’esposizione prenatale o infantile sia fortemente sospettata di essere una causa dell’autismo. Uno studio condotto in California ha confrontato le quantità di 11 pesticidi sparsi nei due chilometri di superficie attorno alla residenza della madre in gravidanza e nei primi anni di vita del bambino, riscontrando una correlazione particolarmente forte per l’esposizione a glifosato e avermectina.

I contadini esposti a pesticidi hanno un rischio maggiore di sviluppare cancro, in particolare linfomi non-Hodgkin, mielomi, cancro della prostata, tumori dell’ovaio, del rene e della vescica, sarcomi dei tessuti molli, leucemie e tumori cerebrali. Fino a pochi anni fa non si sapeva quanto le piccole tracce di pesticidi che rimangono sui cibi che consumiamo danneggiano la salute.

Tuttavia, oggi gli studi dimostrano che il biologico può essere una soluzione efficace. Uno studio condotto in Francia ha reclutato 100.000 persone che periodicamente compilano un diario di quel che hanno mangiato nella giornata, segnando anche la marca dei prodotti e se erano biologici o meno. Dopo 4 anni i risultati sono stati clamorosi: 25% di cancro in meno in chi mangia bio, ma per i linfomi non-Hodgkin, i tumori che aumentano di più negli esposti professionalmente a pesticidi, la protezione è dell’84%.

Un secondo studio condotto negli Stati Uniti sui lavoratori del comparto della sanità ha utilizzato le statistiche del Ministero dell’Agricoltura sul contenuto di pesticidi dei vari ortaggi e frutti nei vari anni e nelle varie stagioni per classificare i questionari alimentari dei partecipanti in funzione del numero di porzioni consumate di frutta e verdura presumibilmente molto contaminata e del numero di porzioni di frutta e verdura presumibilmente poco contaminata. Globalmente, il consumo di frutta risulta protettivo, ma non il consumo di frutta contaminata. All’aumentare del consumo di frutta e verdure non o poco contaminate, invece, la mortalità totale si riduce del 36%, la mortalità cardiovascolare del 30%, per cancro del 19%, per malattie respiratorie del 38%, per altre cause di morte del 44%.

Il biologico costa di più del cibo convenzionale, ma se evitiamo i cibi lavorati, i cibi pronti, e compriamo i cibi da cucinare (cereali e farine integrali, legumi, frutta e verdura di stagione e di prossimità, olio, caffè e occasionalmente un cibo animale) il costo è modesto. È importante tornare ad un’agricoltura rispettosa della terra e dell’uomo e non dare retta ai negazionisti e ai mistificatori che sostengono che senza pesticidi non si potrebbe sfamare il mondo. Il biologico non è solo cibo per ricchi e snob, ma una scelta consapevole per la nostra salute e quella dei nostri figli.

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